La Dichiarazione di Chengdu – l’impegno internazionale

La Dichiarazione di Chengdu – l’impegno internazionale

I rappresentanti della rete di Slow Food e di Terra Madre provenienti da 90 Paesi del mondo, riuniti in Congresso a Chengdu in Cina hanno votato anche la Dichiarazione di Chengdu e sei mozioni congressuali che rappresentano gli orizzonti comuni e i fronti dell’impegno internazionale di Slow Food:

• I cambiamenti climatici, le nostre scelte alimentari, l’agricoltura che vogliamo

•  L’Africa di Slow Food e Terra Madre

• La biodiversità, i saperi, le comunità e le culture tradizionali che vogliamo difendere e sostenere

• I saperi indigeni, alleati chiave per affrontare le sfide globali

• La trasmissione di saperi, l’accesso alla conoscenza, l’Università diffusa

• La plastica negli ecosistemi del pianeta: una minaccia per il nostro cibo e la nostra salute (presto on line)

Le mozioni sono il frutto di un grande lavoro collettivo, del confronto coi delegati che hanno voluto proporre emendamenti, aggiunte e, anche, manifesti che sono il frutto del lavoro di rete a livello locale e regionale. È il caso del manifesto della rete sudamericana di Slow Food che pone l’accento sui beni comuni, gli elementi fondamentali per la vita delle comunità: una terra libera e viva, nelle mani dei contadini, delle donne e dei popoli indigeni; la difesa dell’acqua in quanto risorsa unica, fonte di vita e al servizio del bene collettivo; semi liberi e Sud America privo di colture transgeniche; cultura come base fondamentale, fonte di rafforzamento dell’identità ed elemento indispensabile dello sviluppo.

 

 

Il maggiore spazio dato alle istanze di tutti e al confronto con tutti i delegati indica che il cambiamento auspicato dal presidente di Slow Food è già in atto. Mai, nella storia dei precedenti congressi, così tanti delegati avevano avuto occasione per parlare, raccontare le esperienze delle loro comunità, le difficoltà che attraversano e i successi che li vedono protagonisti. Con questo congresso, invece, è successo, anche grazie a strategie di lavoro innovative. La giornata del sabato, infatti, ha visto 30 tavoli di lavoro impegnati su 10 domande fondamentali per il futuro di Slow Food: da come trovare nuovi leader a come trasformare la comunicazione esterna, dalla raccolta fondi ai temi che Slow Food deve affrontare… I delegati sono stati divisi a gruppi di 10 e hanno discusso tutto il giorno proponendo soluzioni e portando esperienze personali. Il senso? Partire dall’oggi per costruire dal basso la strategia del futuro, condivisione e partecipazione, proporre soluzioni, dare a tutti la possibilità di parlare, interagire e incidere effettivamente sulle politiche dell’associazione.