Ecologia di Comunità

Slow Food Ravenna da molti anni è attenta verso il bisogno sociale che concretizza in cene sociali o altre iniziative in cui i Soci preparano di volta in volta cene per comunità bisognose.

2015 – 2018

A Ravenna dal 2015 il dibattito e le azioni di contrasto alla povertà alimentare sono affidate al “Tavolo comunale delle Povertà” coordinato dall’Assessorato alle Politiche Sociali che nell’ambito di “Nutrire Ravenna” aveva collaborato con numerose associazioni di volontariato.

Nel 2018 si giunge all’approvazione all’unanimità in Consiglio Comunale di un Ordine del Giorno su “Filiere professionali e di volontariato per mense sociali e per una moderna gastronomia al servizio di un welfare di Comunità” con il quale si chiede l’ampliamento della prospettiva d’intervento nella lotta alla povertà attraverso lo sviluppo di una politica comunale integrata tra pubblico/privato sociale/privato profit, in grado di coinvolgere l’intera filiera del ciclo alimentare, dalla produzione alla distribuzione, all’offerta e al consumo, per la costruzione di una progettualità sempre più estesa.

2019

Tra le azioni messe in campo da allora si inquadra il progetto di “Ecologia di Comunità” che – insieme a Slow Food Ravenna – riunisce dieci associazioni di volontariato e sviluppa tre direttrici fondamentali inerenti la ricerca, la formazione e la comunicazione per approfondire l’analisi dei bisogni, contribuire allo sviluppo di nuove competenze, sviluppare attività di informazione e sensibilizzazione diffuse della comunità, dei ristoratori e dell’imprenditoria in ambito alimentare.

La prima iniziativa si concretizza nel novembre 2019 con il “Pranzo per due verso ristoranti aperti” all’Osteria Passatelli in cui le quote versate dai partecipanti comprendevano lo stesso pranzo per un ospite delle comunità di accoglienza che hanno condiviso l’esperienza ed il posto a tavola in un’allegra esperienza di condivisione del cibo come nello stile di Slow Food.

2015 – 2018

A Ravenna dal 2015 il dibattito e le azioni di contrasto alla povertà alimentare sono affidate al “Tavolo comunale delle Povertà” coordinato dall’Assessorato alle Politiche Sociali che nell’ambito di “Nutrire Ravenna” aveva collaborato con numerose associazioni di volontariato.

Nel 2018 si giunge all’approvazione all’unanimità in Consiglio Comunale di un Ordine del Giorno su “Filiere professionali e di volontariato per mense sociali e per una moderna gastronomia al servizio di un welfare di Comunità” con il quale si chiede l’ampliamento della prospettiva d’intervento nella lotta alla povertà attraverso lo sviluppo di una politica comunale integrata tra pubblico/privato sociale/privato profit, in grado di coinvolgere l’intera filiera del ciclo alimentare, dalla produzione alla distribuzione, all’offerta e al consumo, per la costruzione di una progettualità sempre più estesa.

2019

Tra le azioni messe in campo da allora si inquadra il progetto di “Ecologia di Comunità” che – insieme a Slow Food Ravenna – riunisce dieci associazioni di volontariato e sviluppa tre direttrici fondamentali inerenti la ricerca, la formazione e la comunicazione per approfondire l’analisi dei bisogni, contribuire allo sviluppo di nuove competenze, sviluppare attività di informazione e sensibilizzazione diffuse della comunità, dei ristoratori e dell’imprenditoria in ambito alimentare.

La prima iniziativa si concretizza nel novembre 2019 con il “Pranzo per due verso ristoranti aperti” all’Osteria Passatelli in cui le quote versate dai partecipanti comprendevano lo stesso pranzo per un ospite delle comunità di accoglienza che hanno condiviso l’esperienza ed il posto a tavola in un’allegra esperienza di condivisione del cibo come nello stile di Slow Food.

Il progetto

Da quel pranzo Slow Food Ravenna è ora parte del gruppo ristretto di associazioni ravennati che si riuniscono mensilmente per procedere nelle varie articolazioni del progetto che al momento vede tre filoni principali:

Un’integrazione orizzontale tutta ravennate fra cittadini, ristoratori / negozi / produttori e “mense sociali”, capace di generare un circuito virtuoso in grado, una volta a regime, di autoalimentarsi. Su ispirazione quindi del Caffè Sospeso partenopeo è nato il Piatto Sospeso, raccolta fondi per fornire pasti gratuiti alle mense sociali cui i Soci Slow Food Ravenna hanno partecipato entusiasticamente durante il lock down e dopo, aderendo alle cene organizzate per raccolta fondi con i cuochi ravennati, acquistando i Buoni del Piatto Sospeso presso ristoranti e Locali Amici Slow Food e sostengono anche tramite versamenti al Piatto Sospeso sulla piattaforma Satispay.

Stretto monitoraggio del fenomeno della povertà alimentare a livello locale, promuovere interventi di lotta allo spreco delle risorse e di inclusione sociale: diffondere la cultura del non spreco; sensibilizzare i soggetti non profit unitamente a quelli profit; superare gli steccati fra povertà e non povertà; promuovere una alimentazione salutare e senza sprechi; contribuire alla formazione di consumatori consapevoli e operatori economici “responsabili”. In un recente convegno sono stati diffusi i dati sulla povertà nel territorio del nostro Comune, e si è fatto il punto su quanto fatto in questi anni e per rilanciare le azioni di contrasto a questo preoccupante fenomeno sociale.

Far nascere anche a Ravenna una “Cucina Popolare”, cioè un luogo di inclusione sociale in cui riconosciuti le persone in difficoltà riconosciute dai Servizi Sociali del Comune possano usufruire della rete distributiva come qualsiasi cittadini (ristorazione o negozi aperti a tutti). In questi anni Ecologia di Comunità ha dedicato molto impegno per riuscire a dare vita anche a Ravenna ad una simile realtà, che potrebbe rappresentare un luogo di integrazione sociale e interculturale di grande rilievo, analoga alle esperienze delle ‘Cucine Popolari’ diffuse in alcuni centri della nostra Regione, inizialmente a Bologna e piu’ recentemente Cesena.

Il progetto

Da quel pranzo Slow Food Ravenna è ora parte del gruppo ristretto di associazioni ravennati che si riuniscono mensilmente per procedere nelle varie articolazioni del progetto che al momento vede tre filoni principali:

Un’integrazione orizzontale tutta ravennate fra cittadini, ristoratori / negozi / produttori e “mense sociali”, capace di generare un circuito virtuoso in grado, una volta a regime, di autoalimentarsi. Su ispirazione quindi del Caffè Sospeso partenopeo è nato il Piatto Sospeso, raccolta fondi per fornire pasti gratuiti alle mense sociali cui i Soci Slow Food Ravenna hanno partecipato entusiasticamente durante il lock down e dopo, aderendo alle cene organizzate per raccolta fondi con i cuochi ravennati, acquistando i Buoni del Piatto Sospeso presso ristoranti e Locali Amici Slow Food e sostengono anche tramite versamenti al Piatto Sospeso sulla piattaforma Satispay.

Stretto monitoraggio del fenomeno della povertà alimentare a livello locale, promuovere interventi di lotta allo spreco delle risorse e di inclusione sociale: diffondere la cultura del non spreco; sensibilizzare i soggetti non profit unitamente a quelli profit; superare gli steccati fra povertà e non povertà; promuovere una alimentazione salutare e senza sprechi; contribuire alla formazione di consumatori consapevoli e operatori economici “responsabili”. In un recente convegno sono stati diffusi i dati sulla povertà nel territorio del nostro Comune, e si è fatto il punto su quanto fatto in questi anni e per rilanciare le azioni di contrasto a questo preoccupante fenomeno sociale.

Far nascere anche a Ravenna una “Cucina Popolare”, cioè un luogo di inclusione sociale in cui riconosciuti le persone in difficoltà riconosciute dai Servizi Sociali del Comune possano usufruire della rete distributiva come qualsiasi cittadini (ristorazione o negozi aperti a tutti). In questi anni Ecologia di Comunità ha dedicato molto impegno per riuscire a dare vita anche a Ravenna ad una simile realtà, che potrebbe rappresentare un luogo di integrazione sociale e interculturale di grande rilievo, analoga alle esperienze delle ‘Cucine Popolari’ diffuse in alcuni centri della nostra Regione, inizialmente a Bologna e piu’ recentemente Cesena.

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