Carlo Petrini a Ravenna

Carlo Petrini a Ravenna

Il fondatore di Slow Food presenterà il libro-evento: “Il gusto di cambiare. La transizione ecologica come via per la felicità”, scritto con Gaël Giraud.

Il fondatore di Slow Food e l’economista teorico della transizione per la prima volta in un dialogo su cibo, economia, finanza, clima.

Giovedì 24 agosto alle ore 18.00, presso il Palazzo della Provincia, Sala Nullo Baldini, via G. Guaccimanni 10, Carlo Petrini presenterà il volume dialogando con Massimiliano Costa, direttore del Parco regionale del Delta del Po dell’Emilia-Romagna,  Pier Domenico Laghi, presidente cooperativa CEFF Faenza “Francesco Bandini” e Oscar Manzelli, giornalista, volontario di Slow Food Aps Ravenna.

Un dialogo a tutto campo sulla necessità di un cambio di paradigma culturale, sociale, economico per far sì che il pianeta abbia un futuro e l’esistenza di ciascuno diventi umanamente più ricca. Il gusto di cambiare. La transizione ecologica come via per la felicità (Slow Food Editore / Libreria Editrice Vaticana, pp. 176, euro 18), è il libro-confronto tra due intellettuali di primo piano nel panorama internazionale, diversi per formazione ma concordi nella diagnosi e nell’approccio alla situazione attuale.

Petrini (a sinistra) e Giraud

Carlo Petrini, gastronomo, fondatore di Slow Food, Terra Madre e della prima Università di Scienze Gastronomiche al mondo, e Gaël Giraud, economista, matematico e teologo, gesuita, direttore del Programma per la giustizia ambientale della Georgetown University di Washington.

In questo libro-evento Giraud e Petrini analizzano il sistema alimentare, economico e finanziario per segnalarne le rispettive storture e prospettare cambiamenti radicali, che partano da scelte individuali e comunitarie per poi arrivare sul piano politico.

Sul fronte alimentare Petrini evidenzia alcuni dati eloquenti: «Da noi lo spreco è funzionale a un modello economico che considera il cibo un prodotto di scarso livello e di scarso valore. Si produce in eccesso, in modo che l’offerta sia sempre superiore alla domanda e i prezzi rimangano bassi. Ancora oggi, circa il 30% del cibo globalmente prodotto non raggiunge la tavola di nessuno. A livello globale produciamo cibo per 12 miliardi di esseri viventi. Gli abitanti della terra sono 8 miliardi. Il 33% del cibo viene buttato. Consumiamo 95 chili di carne pro capite. Negli Stati Uniti si arriva addirittura a 130. Nell’Africa subsahariana a 5 chili. Mentre invece una cifra intorno ai 60 chili è quella più consona a una dieta sana. Diminuire le proteine animali nella dieta equivale a meno spreco, meno consumo di energia e di acqua, meno inquinamento».

Giraud porta invece alcune esemplificazioni di carattere economico per mostrare il paradosso in cui siamo intrappolati: «Sono stati trasferiti al mercato finanziario gli stessi aggettivi attribuiti a Dio. Alcuni economisti definiscono il mercato “onnipotente”, “onnisciente”, talvolta “benevolo”. È stata reintrodotta una specie di religione pagana nella quale le banche e il business sono divinità intoccabili. In questo modo, il neoliberismo distrugge un altro pilastro della modernità, poiché nei fatti mina l’uguaglianza di fronte alla legge».

Nella loro disamina, Giraud e Petrini offrono alcuni esempi che danno l’idea dell’urgente necessità di attuare un cambiamento nelle pratiche alimentari ed economiche.

Giraud e Petrini si trovano d’accordo nell’evidenziare alcune parole-chiave intorno alle quali la società civile deve attuare una lotta sociale che porti la politica a scelte forti e nette: Giraud la chiama «antropologia relazionale», che dimentichi l’Uomo vitruviano di Leonardo da Vinci (un uomo solo, maschio, europeo, senza natura, senza l’altro né l’Altro); Petrini invece individua nella parola «comunità», in particolare i movimenti giovanili come i Fridays for Future, una delle leve possibili per attuare cambiamenti di prospettiva. Da questa visione nascono alcune scelte concrete, possibili e alla mano.

I due autori si trovano inoltre concordi nell’affermare che la prospettiva di papa Francesco contenuta e manifestata in Laudato si’ e identificata nel motto «meno è più» rappresenta la risposta che il mondo occidentale in crisi di identità può far propria per assecondare il desiderio di giustizia e felicità che ogni persona possiede.

Papa Francesco, nella sua Prefazione, riconosce l’importanza del libro: «Questo testo ha generato in me un sapore di speranza, di autenticità, di futuro. Ciò che i due autori portano avanti in questo scambio è una sorta di “narrazione critica” rispetto alla situazione globale: da un lato elaborano un’analisi motivata e stringente al modello economico-alimentare in cui siamo immersi il quale, per rifarsi alla celebre definizione di uno scrittore, “conosce il prezzo di tutto e il valore di niente”; dall’altra propongono diversi esempi costruttivi, esperienze assodate, vicende singolari di cura del bene comune e dei beni comuni che aprono il lettore a uno sguardo di bene e di fiducia sul nostro tempo. Critica di ciò che non va, racconto di situazioni positive: uno con l’altro, non l’uno senza l’altro».

La presentazione ha il patrocinio della Provincia di Ravenna.

Info: 335 8280514